L’amore al fiume e altri amori corti di Ezio Sinigaglia

Riecco Ezio Sinigaglia, rieccolo con una raccolta di racconti. Titolo: L’amore al fiume e altri amori corti (Wojtek, 2023). Confesso di avere una predilezione per questo scrittore e di aver letto il libro con sfacciata allegria. Già, perché poche pagine di Sinigaglia ti cambiano l’umore. Che si fa giocondo, va da sé.

I racconti di L’amore al fiume narrano, con umorismo e buonumore (con lazzi da pochade), le vicende ‘minime’ di un gruppuscolo di soldati di leva accampati e quasi abbandonati sulle montagne. Al campo estivo, non sono i rigori della disciplina, insolitamente distanti, bensì le avventure e disavventure sentimentali, fatalmente omoerotiche, a ‘tormentare’ i commilitoni. Ciascuno vive un piccolo dramma, ciascuno a suo modo, perché i giovani soldati non sono tutti uguali fra loro e anzi sono fra loro assai diversi per temperamento, per idiosincrasia, per abitudini; e culturalmente e geograficamente spartiti. E qui occorre rimarcare un volta di più l’accanita ed elaborata bravura di Sinigaglia: quel suo virtuosismo nel restituire le lingue, gli accenti, i dialetti (dal romanesco di Cecconi, all’italiano altoatesino di Ulrich), in dialoghi febbrili e ilari.

La volubilità delle figure e delle chiacchiere tradisce nei soldatini l’esuberanza dell’amore, perché, ovviamente è dal lato dell’amore che questi si scoprono, che questi si mettono a nudo. «Ma chistu è lu beni de li suldati» spiega il bersagliere Iannopulo alla fidanzata Concettina in un momento di tenerezza: «forti forti e curtu curtu» (p. 174). Il campo sorge sopra cavità ctonie. Ne è un magnifico esempio il primo racconto, il più eroticamente esplicito. Qui l’incontro al fiume tra l’ineffabile e socratico Mao, predatore consumato, e il feroce Giancrì (Apollo con il coltello in mano, Apollo che dà la morte…), preda assieme ingenua e malfida, è una lotta corpo a corpo. Ma gli ‘istinti’ scatenati da Mao gli si ritorcono contro allorché, concedendo e concedendosi un’eccezione, e cioè un’inversione dei ruoli, non inverosimile nei rapporti omosex, si ritrova ‘fottuto’ dal compagno oramai manifestamente innamorato. (E non si era già ‘fottuto’, il bel bersagliere, o non lo aveva ‘fottuto’ l’inconscio, con quella sua, p. 33, «sofisticata e rara nevrosi che lo spinge a strappare le foglie ingiallite dai rami più bassi e a lasciarle cadere ad un ad una dietro di sé arrotolate», ciò che mette il feroce Giancrì sulle sue tracce dopo il primo rendez-vous galante?).

Non sarà inutile aggiungere che, spirito profondamente laico e mondano, forse persino un po’ scettico, Sinigaglia ha colto la magia dell’erotismo. Igitur, del fatum.

Ezio Sinigaglia, L’amore al fiume e altri corti, Wojtek, 2023, pp. 180, € 16,00.

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